Vado ad Avola

Vado ad Avola
ad abbracciare Ciccio,
il mio fornitore spirituale.
Circondato da libri
s’illuminano gli occhi
quando mi vede.
Dentro il luminoso volto
splende
la nostra incancellabile giovinezza.

Ne abbiamo combinate allora,
a Catania, a Heidelberg, a Monaco
a Roma, a Siracusa e in tanti
altri posti. Con zaino e sacco a pelo
s’era pronti ogni estate
alle partenze.

Al bordo del Neckar
una sera
ci siamo svegliati coi topi
che ci danzavano sul petto
e la polizia allato, con torce,
controllava la lunga fila
dei giovani dormienti nell’umido
e nel freddo.

Lavavamo i piatti
in un ristorante di Heidelberg
per dieci ore a giorni alterni,
per sopravvivere.

E’ una serata piovosa
e la macchina corre verso l’amico.
Vorrei che fossi con me
per farti conoscere la persona
e i posti che amo
e farti entrare così
nella mia vita giovanile.

La casetta viaggiante
è piena di musica,
tutto è imbevuto di te
assente,
un filo invisibile
ci lega
al di là del tempo e dello spazio.

Farina, acqua,
sale e lievito
fanno il pane
che non può essere
più separato
nei suoi elementi.

Questo nostro amore
nasce già pane
scaniato
dagli eventi della vita.

Domenica, 29/11/87