Non è più il mare, non è più la luna

Non è più il mare, non è più la luna
e la notte, sono io che porto
nelle recondite baie notturne
dei ricordi ancestrali l’eterne sillabe
che s’infrangono questa sera
fragorose sui nostri volti.
Vengo a te da molto lontano,
non so da dove,
la memoria non regge
al filo misterioso della vita
che la sopravanza,
e che le cieche onde spumose
fanno riemergere a tratti.
Vengo a te
con le spalle gonfie di remote radici
e interrogo le sensazioni,
che sartie disincagliate dall’alberatura
della coscienza s’impennano e corrono
senza origine né fine.
Tu mi accogli nel mio silenzio
e i nostri occhi si guardano
ora o da sempre
e guizzano colti dalla sorpresa
o calmi sprofondano
nelle nostre tempestose essenze.