Non c’era alito di vento ma frinire di cicale

Non c’era alito di vento ma frinire di cicale
stridere di rondini nel bianco azzurro del cielo
nell’aria fumosa d’afa
arrancare di corpi in fuga sfiniti al collasso
abbaglianti nella pelle nera
inseguiti da cani lupo e carabinieri
un correre verso un sogno d’affrancamento
che finiva in manette gettati a terra
colpevoli d’aver osato sfidare confini d’altri paesi.
QUANDO quando un mondo libero
in cui girare senza passaporti
dove scegliere d’impiantare la propria esistenza
QUANDO quando nelle differenze ci sentiremo fratelli
liberi uccelli nell’aria girovaghi senza dogane,

il desiderio di migliorare la propria vita
moriva in quel bosco d’eucalyptus
impregnato di sudore di corpi denutriti
in un mattino di chiaro sole
col mare accanto parlante lo stesso linguaggio
in tutti i continenti.