Eccolo il mare

(Pensando a Siracusa e a Verona)
Eccolo il mare
fermo punto in movimento
sempre lì
ostacolo ai tuoi passi.
Accorre la fantasia
più in là la Libia, l’Algeria,
il medio oriente,
terre di nuove barbarie
di guerre di dolore e morte.
Ti senti piccolo
nel fondo di un grande bicchiere
che sbatti come l’onda
continuamente contro la trasparente parete
illudendoti di camminare
senza fare alcun passo in verità.
T’è accaduto pure
di risalire lo stivale
e arrivare all’orlo
libero di spaziare finalmente
senza ostacolo ai tuoi passi.
Verona è (stata) la terra
sull’orlo del bicchiere
punto deciso e fisso
davanti a cui i piedi liberi corrono
attraverso le dolomiti
toccando l’Europa
(spaziando tra monti e pianure).
A Sud c’è la pianura
dove i piedi si liberano
varco l’Emilia e la Romagna;
a Est a un palmo di mano
Venezia la bella orientale
corteggiata da tutto il mondo
che in ella s’incrocia.
A ovest la ricca e fertile Lombardia
con Milano capitale d’industria.
Non così illustri confini
vanta Siracusa,
dove tutto è illusione e sogno
il falso movimento del mare
la staticità del tempo
l’urgente disperazione
che spinge alla fuga
e che fa ritornare
con una falsa vittoria (il trasferimento)
di cui ci si pentirà
per il resto della vita.

Caltagirone, 19/02/1986