Amore nato in chat

A un ragazzo ventiduenne era capitato di conoscere del tutto casualmente in una chat una ragazza il cui nickname era Monica e aveva intrecciato una discussione bella e interessante di cui aveva conservato, salvandolo, il file.
Era nata così per scherzo un’amicizia. Fiore, il nick name del ragazzo, aveva creduto che Monica fosse italiana e che si trovasse in Svezia per vacanza, poi però attraverso l’indirizzo dell’email e da quello che lei diceva nelle lettere giornaliere si era accorto che era svedese, abitante in un’isola, Orust, di fronte a Goteborg, la seconda città della Svezia in ordine d’importanza, dopo Stoccolma.
Monica gli aveva scritto che aveva appena terminato gli studi (quali? Si chiedeva Fiore), aveva preso la patente e sapeva tutto sull’automobile, anche cambiare le ruote, che dopo un viaggio a Stoccolma e a Barcellona voleva venire in Italia a lavorare qualche anno per perfezionare la lingua e che ancora non sapeva cosa avrebbe fatto nella vita.
Fiore non sapeva come era fatta fisicamente Monica, né che titolo di scuola avesse, neanche l’età; e intanto si scrivevano lettere d’amore senza sapere l’uno della realtà dell’altra. Monica gli aveva scritto che voleva venire in Italia per stare con lui, essere riscaldata dal suo amore.
Era nata una corrispondenza ancora in fiore e tutta da verificare, ma i sentimenti espressi apparivano sinceri.
Fiore aveva una fidanzata in Italia, anche lei studentessa universitaria, che amava.
Ma il bisogno di scrivere tutti i giorni a Monica e l’ansia di aspettare le sue lettere e di andare a controllare più volte al giorno nel messenger l’arrivo di nuove, che significato avevano?
Da una parte un rapporto reale con una donna in carne ed ossa, dall’altra un rapporto “virtuale” con una donna sconosciuta che si dichiarava innamorata di lui per come scriveva e dalle cui lettere s’intravedeva un carattere vivace e buone capacità linguistiche tanto da scambiarla per italiana.
Cos’era? Curiosità verso l’ignoto, l’essere amato senza essere conosciuto realmente ma per quello che scriveva? Poi, perché mai era portato a scrivere lettere d’amore in uno scambio reciproco, scrivendo cose che non avrebbe mai detto così spavaldamente alla sua fidanzata?
L’anonimato gli permetteva di essere più se stesso e di parlare liberamente senza la costrizione dei ruoli sociali, di fare a volte lo spaccone, di esagerare, di scherzare, avendo dall’altra parte una persona che stava al gioco, non si arrabbiava, ma giocava pure lei, dimostrandogli affetto.
Con la fidanzata ciò non sarebbe stato mai possibile; e sì che scherzavano ma all’interno di codici di comportamento socialmente previsti e accettabili.
Con Monica respirava un’aria di libertà, di essere se stesso, ma anche di fingere e d’inventare, tanto non gliene importava nulla, né di averla né di perderla.
Internet gli permetteva di essere se stesso ma anche un altro e un altro ancora, d’inventarsi, di crearsi, ricrearsi ancora, di leggere la sua realtà in molteplici modi o punti di vista, e dall’altra parte c’era chi stava a questo gioco, si divertiva e persino l’amava e si era innamorata proprio per questo.
Internet stimolava la creatività, l’invenzione, l’illusione, consapevolmente, con altre persone che si disinibivano, si mostravano più liberi nel manifestare i propri desideri e interpretare ruoli diversi.
Basta entrare in una chat di discussioni libere e si può notare questo. A volte le discussioni sono molto scadenti e banali ma a volte raggiungono un’intensità e un ’ interesse alti. Questo naturalmente in “ pubblica “, nelle stanze private non si può accedere e la discussione rimane privata e inaccessibile a terzi.

Fiore si stava trovando nella situazione assurda di dover rompere un fidanzamento che durava da anni e a cui teneva, per un rapporto
“ virtuale” con una sconosciuta che sarebbe arrivata da lì a poco e che non poteva tenera ancora celato.
Come avrebbe potuto giustificare alla fidanzata la presenza di Monica? Monica, innamorata di lui, decisa a convivere per qualche tempo con lui in Italia? Non sapeva ancora come avrebbero fatto a riconoscersi visto che non si conoscevano fisicamente, in aeroporto sarebbe bastato un sguardo visto però che sapevano molto l’uno dell’altra interiormente? E se si fossero sbagliati?
Urgeva una descrizione fisica e del colore dei vestiti che avrebbero indossato.

E la fidanzata avrebbe capito ? Come ci si sente se si è lasciati per una sconosciuta?
Fiore chattava ogni volta con Monica in stanza privata o le inviava email. La fidanzata di Fiore non sapeva nulla di quanto gli stava accadendo, negata com’era per il computer, mentre Monica lo sorprendeva per la bravura che superava la sua; infatti gli aveva mandato un mazzo di rose bellissime in immagine Jpeg , gli scriveva lettere colorate con dei disegni barocchi mentre lui non sapeva come fare per raggiungere gli stessi risultati.

Come avrebbe affrontato il problema con la fidanzata? E con le famiglie ? visto che si erano fidanzati ufficialmente per avere maggiore libertà e fare l’amore.
Avrebbero capito?
Pochi giorni prima dell’arrivo di Monica, Fiore fu costretto a fare il grande passo.
Era una giornata afosa e approfittando di essere solo con la fidanzata in macchina, di ritorno dal mare, le disse che sarebbe stato meglio non vedersi per qualche mese perché aveva conosciuto Monica per via Internet e che a giorni sarebbe arrivata e sarebbe stata ospite sua.
La fidanzata inizialmente faticava a capire il rapporto tra Fiore e Monica considerato che non si erano mai visti e si chiedeva che amore ci potesse essere tra due conosciutisi solo per via elettronica, però s’incazzò moltissimo per la decisione di Fiore che le chiedeva di provare a non vedersi per un mese.
Giustamente la fidanzata gli ringhiò che non se ne sarebbe più parlato e che a questo punto il loro rapporto era finito per sempre.
Se ne scappò piangendo e offendendolo con parole pesanti.
Il grosso era ormai fatto, pensò Fiore, ora bisognava comunicarlo ai suoi genitori. Ma questi, essendo separati, sarebbero stati più comprensivi, pensò.
E invece no.
La madre lo redarguì pesantemente e gli fece divieto di portare a casa Monica. Era nei guai.
Si rivolse al padre il quale invece fu più comprensivo e lo invitò con Monica a casa sua.
Il che significò spostare tutta la sua roba a casa del padre, con la madre ancora più inferocita.
L’amore di questa sconosciuta, la sua attesa erano tanto forti da fargli accettare e superare tutti i cataclismi che stava combinando.
Arrivò il giorno fatidico e Fiore era nella sala arrivals internazionali dell’aeroporto in attesa del volo proveniente da Barcellona.
La sala era affollata, i soliti con cartoncini con scritto su un nome affollavano, in prima fila e bene in mostra, l’ingresso.
Fiore guardava ogni donna sola che usciva dalla sala arrivi, ma erano tante, come fare a riconoscerla?
Avevano scommesso che si sarebbero riconosciuti subito al primo sguardo perciò avevano deciso spavaldamente di non scambiarsi elementi di segnaletica.
Centinaia di persone uscivano e fra queste decine e decine di ragazze.
Monica sarebbe stata bionda o bruna? Alta o bassa? Longilinea o grossa?
I suoi occhi di che colore sarebbero stati?
“ Fatti guidare dai tuoi sentimenti che ti porteranno a me”, gli aveva scritto in una delle ultime email.
Ora era confuso, non sentiva neanche sentimenti, ma un vuoto e un senso di beffa e di rabbia.
Quante ragazze passavano davanti a lui!
All’improvviso si sentì chiamare di fianco “Fiore!” da una ragazzina spilungona, biondissima, con dei piccoli occhiali che coprivano solo gli occhi di un volto ovale, lungo che sembrava uscito da una tela di Modigliani.
Fiore al confronto era un po’ più basso, ma più ben messo, più robusto.
“Monica!?” gridò sorpreso e interrogante. I due si abbracciarono con Monica che sopravanzava di diversi cm, forse cinque, Fiore.
Monica era vestita da viaggio, blu jeans color panna, maglietta bianca e azzurra, larga, taglia xl, che le scendeva quasi alle ginocchia, piccolo borsello dietro le spalle a x, valigia piccola con le rotelle trasportabile come bagaglio a mano.
Come hai fatto a riconoscermi subito ? –le chiese Fiore-
Dalla faccia e dagli occhi, rispecchiano le tue email! –rispose Monica-
A guardarti bene anche tu sei l’equivalente delle tue lettere, incerta, ragazzina, in veste da turista, curiosa, bambina e adulta nel contempo.
Che differenza con la sua ex fidanzata!
Fiore fu preso da dubbi, da sconforto, e pensare che aveva scritto lettere d’amore a questa bambina spilungona che mostrava meno di vent’anni.
Ora non sentiva più amore, le guardava il volto lungo e magro, le chiappe quasi inesistenti, le cosce lunghe ma tutte ossa. Che delusione!
Avrebbe desiderato la fidanzata matura, più femminile, rotonda nelle chiappe, nelle cosce e nel volto, con seni pieni, più corta ma sicura per quello che avrebbe fatto nella vita, mentre Monica aveva seni piccoli, appena abbozzati, occhi chiari, celesti, intelligenti e curiosi, infantili.
Fece buon viso a cattiva sorte, la fece salire in macchina e l’accompagnò a casa del padre dove aveva preparato un bel letto matrimoniale per tutti e due dove “riscaldarsi “.
Monica sembrava un carciofo spigato, di quelli che si scartano perché con le foglie spigate, dure e senza polpa.
Pensava alla figura che avrebbe fatto con i suoi genitori, con gli amici e con la stessa ex fidanzata se l’avessero incontrati!
Questa la prima impressione, “fisica”, ma ancora doveva conoscerla nella realtà e può darsi che sarebbe stata diversa.
Monica si accorse delle perplessità di Fiore e gli disse – che c’è, qualcosa non va? Mi credevi diversa? Non ti piaccio? Sai Fiore, anche tu mi sembri un po’ diverso da quello che avevo immaginato, più fantasioso nel vestire, più libero nel fare e invece ti trovo normale, impacciato, insicuro, timoroso, ma di che? Di cosa?
Avremo un mese di tempo per conoscerci meglio. Mi sembri un po’ convenzionale, ma i tuoi occhi e il tuo sorriso danno fiducia e questo ti salva.

A casa il padre ancora non era ritornato e nelle stanze regnava la solita confusione aggravata ora dalla sua roba sparsa nello stanzone che aveva scelto dove dormire assieme a Monica e che non aveva avuto il tempo ancora di ordinare.
A Monica l’ambiente piacque, anzi chiese dove posare i suoi effetti personali, aprì la valigia e cominciò subito a ordinare dentro l’armadio la sua roba.
Posso fare un bagno? –chiese-
Certo rispose Fiore e la portò nel bagno principale, facendole vedere come funzionava la doccia e la vasca da bagno e le indicò dove prendere le asciugamani pulite.
Monica si spogliò in pochi secondi, trovò più difficoltà nel togliere gli scarponi e saltò subito nella vasca; tutto ciò davanti a lui, senza mostrare pudore visto che era la prima volta che s’incontravano; la sua ex-fidanzata, pensò, sarebbe rimasta scandalizzata.
Fiore stava ad osservare Monica che beatamente stava immersa nella schiuma e sguazzava nell’acqua con i piedi che le uscivano fuori dalla vasca.
Sai Fiore – diceva Monica- dopo un viaggio così lungo mi sentivo stanca, sudata e avevo una sensazione di sporco addosso, gli odori dei treni e degli aeroporti, ora mi sento pulita, fresca profumata e anche la stanchezza è diminuita.
Ma tu che fai guardi e non mi dici nulla? Cosa pensi di me? Ti piaccio? Il mio corpo ti va?
Fiore era confuso, provava sentimenti tristi, forse di colpa per la ex fidanzata, senza che se ne accorgesse faceva confronti tra di loro e si accorgeva che c’era un’enorme diversità.
Fiore ci sei?- continuava Monica – e Fiore pensava al 6 numero che si usa nelle chat al posto del sei in lettera per abbreviare la battitura dei tasti al computer; pensò di cambiare e stare al gioco.
Certo che ci sono, Monica, la bellezza del tuo corpo mi ha tolto la parola per un attimo, fammi riprendere, -rispose-
In effetti, Monica, ora nuda non era così magra come sembrava da vestita, era l’altezza che dava questa sensazione e le chiappe anche se non sporgenti e rotonde, erano polpose e larghe.
Hai l’asciugacapelli?
Sì, rispose Fiore e andò a prenderlo.
Mentre si asciugava i capelli biondissimi e lunghi Fiore continuava ad osservarla.
Era l’opposto della sua ex fidanzata, però aveva un bel corpo, slanciato, falso magro, i seni erano più piccoli, come due boccioli, forse perché appena ventenne mentre la sua aveva trentanni e seni grandi, polposi, ma non sodi.
Asciugatasi i capelli Monica gli si avvicinò ancora nuda, gli prese il volto fra le mani e chinò la testa dandogli un bacio lungo infilandogli la lingua dentro e gli disse “ questo per le belle parole che mi hai scritto. Ho desiderato tanto baciarti e fare l’amore con te. Forse non te ne rendi conto, ma scrivi frasi d’amore così poetiche da fare innamorare. Per questo sono stata così tanto presa da te da decidermi a venire a trovarti. Non starò molto e non vorrei darti fastidio, come ti ho scritto, ma non vedevo l’ora di dare un volto alla persona che scriveva quelle lettere e non sono stata delusa. Fra qualche mese dovrò ritornare a casa, se vorrai potrai venire con me e ti potrò ospitare”.
– Anche tu non mi hai deluso-, le rispose Fiore, spogliandosi anche lui per farsi una doccia, ma dimmi, come facevi a fare quei disegni colorati nelle lettere?-
Ho studiato informatica a scuola e conosco i programmi di grafica, rispose Monica.
Fiore era nudo sotto la doccia e s’insaponava.
Monica si stava depilando attorno al pube.
Fiore pensava alla Monica virtuale, alle discussioni in chat, alle tante email ricevute e ora l’aveva in carne ed ossa davanti, nuda, in uno stato di confidenza come se si fossero conosciuti da sempre.
D’altronde si erano scritti lettere d’amore e lui scherzando aveva scritto dei poemi.
Forse perché insoddisfatto della fidanzata?
Non ne era consapevole.
Il loro rapporto era contrassegnato dai ritmi quotidiani del vivere, studio, passeggiate, feste, regali, fare l’amore e anche ora aveva dentro una sensazione di tradimento nei confronti di lei nonostante si fossero lasciati.
Perché davanti allo schermo del monitor si sentiva diverso, libero, inventivo?
Questi pensieri erano dei flash che gli attraversavano la mente, sotto la doccia e il rumore del getto d’acqua sulla sua pelle.
Mentre si asciugava Monica lo guardava.
-Non sembri così vecchio, Fiore, che età hai?-
-Trent’anni e tu?-
-Appena venti. Perché nelle email e in chat eri così evasivo quando ti chiedevo l’età?-
-Intuivo che tu eri più piccola e non mi andava di sentirmi così vecchio-
-Anch’io intuivo che tu eri più grande, ma di poco-
-In fondo sono dieci anni-
Non si vedono poi tanto, disse Monica, anzi essendo più corto di me, quasi quasi sembri più piccolo tu.
Fiore era curioso di sentire il tono dei suoi seni, così le si avvicinò e l’abbracciò stringendola forte a sé e mormorandole che l’amava anche così, nella realtà e non solo nel virtuale e mentre le accarezzava e prendeva nell’incavo della mano il seno destro; ebbe la sensazione di stringere un frutto acerbo, ancora duro non maturo e ciò l’eccitò procurandogli un’erezione che Monica sentì subito tra le sue cosce.
Fiore la trascinò nello stanzone dove c’era il letto matrimoniale e abbracciati con le labbra incollate sulle labbra caddero sul grande letto.
Si cercarono e baciarono in tutto il corpo e Fiore aveva la sensazione come di vivere la scena di un film, stava facendo l’amore con una ragazza vista per la prima volta poche ore fa anche se conosciuta in Internet da circa due mesi.
L’eccitazione era tale che fece con lei ciò che non aveva mai fatto con la ex fidanzata e provò un piacere enorme.
Monica godeva e lo stringeva forte a sé, pregandolo di non venire dentro, visto che non c’era un profilattico, cosa che Fiore fece, trattenendosi all’inverosimile per poi eiacularle sul ventre.
L’approccio fisico era stato più che gradevole per entrambi e Fiore pensò e disse ad alta voce che avrebbe trascorso un anno meraviglioso con lei.
Monica trovò un lavoro in un centro di programmazione computerizzata e chiese più volte a Fiore di poter andare a vivere in una casa in affitto visto che ora guadagnava, perché non voleva essere di disturbo, ma Fiore, d’accordo col padre, si rifiutò dicendole che si sarebbe offeso.
Il tempo passò in fretta, Fiore si stava laureando all’Università quando Monica partì per la Svezia ritornando a casa sua.
Erano rimasti d’accordo che Fiore, dopo la laurea, sarebbe partito per un breve periodo per la Svezia, ospite di Monica.
E così fu.
Ebbe qualche difficoltà con la lingua ma Monica lo aiutò.
Monica lo ospitò nella sua stanza, dormivano insieme e al mattino i genitori di Monica preparavano una ricca colazione per loro due.
Fiore era piaciuto ai genitori di Monica.
Poi Fiore dovette ritornare in Italia.
Trovò subito lavoro, con la sua laurea in architettura, e dopo poco tempo si sposò con Monica in Svezia e poi ritornarono in Italia dove attualmente vivono, felici, con i due figli avuti.

1999