Angelo e Maria, all’improvviso, in quell’età giovanile in cui cominciano i primi ardori, le prime cotte e la famiglia appare ristretta e insufficiente alle esigenze che premono e esplodono nei corpi e negli affetti, hanno avuto crisi di spaesamento, di dissociazione, come hanno detto i medici. Ognuno di loro, nell’ambito cucitogli addosso dalla personalissima storia, si è fatta la sua psicosi con crisi e ricoveri psichiatrici sempre più frequenti sino all’espulsione dalla famiglia e alla necessità di un lungo ricovero in una struttura per cronici.
Nella sfortuna della malattia hanno avuto la fortuna di vivere nell’unico paese d’Europa e del mondo in cui i manicomi sono stati chiusi e al loro posto sono state create strutture alternative inserite nella società.
Angelo e Maria si sono conosciuti in una Casa Famiglia dove hanno vissuto insieme ad altre otto persone.
Angelo, depresso, dopo aver tentato diverse volte il suicidio ed essere finito in coma in rianimazione, angosciato dalla inutile pesantezza della vita e dalla voglia ossessiva di farla finita, insortagli nel profondo, chissà per quale ghiribizzo chimico ed esistenziale, s’innamora di Maria, s’infiamma, i giorni cominciano ad avere un senso, un gusto mai provato prima, un dolce sapore di miele, un intenso profumo di pittòsporo, un tremolìo di attese, di risvegli e di rapìti addormentamenti.
Passano, dopo due anni, al Gruppo Appartamento dove vivono con Gaetano, Salvo e Gregorio, persone che hanno anche conosciuto i dolori della mente. Hanno una stanza tutta per loro due, dove dormono assieme, si svegliano nello stesso letto, ogni mattina vanno insieme a scuola, al ritorno cucinano e pranzano con gli altri tre compagni di viaggio. Un assistente della Cooperativa li supporta solo all’ora dei pasti, ma tutta la responsabilità della gestione della casa ce l’hanno loro per imparare e verificare che da soli ce la possono fare e così un giorno riuscire a vivere autonomamente.
Sono seguiti da una psichiatra del Servizio di Salute Mentale dell’Ausl che li ha in cura, assumono farmaci, fanno colloqui, partecipano alla vita dell’appartamento e della cooperativa, alla vita della città.
La Cooperativa e il Dipartimento di Salute Mentale organizzano attività di socializzazione, la festa di carnevale, in estate gite al mare e visite alle grandi città, fare shopping, il sabato sera si va a mangiare la pizza, si festeggiano i compleanni, tutte occasioni per uscire dall’isolamento, dal dramma personale, per allargare la propria rete amicale, imparare a stare bene con gli altri e trascorrere momenti di spensieratezza e benessere. Angelo e Maria sono stati aiutati a trovare un senso alla loro vita, a progettarsi e orientare i loro comportamenti, sono andati a scuola e hanno preso un piccolo titolo di studio, ora Angelo ha una borsa lavoro del Comune per otto mesi e Maria va da una parrucchiera per imparare questo lavoro che le piace tanto.
Hanno sperimentato che stanno bene insieme e sognano, finito il percorso terapeutico, di andare a vivere in una loro casa e di potersi mantenere integrando la pensione d’invalidità con un lavoro previsto per i disabili.
Angelo ce l’ha una casa, in un paese di mare, casa che ora è disabitata, dopo la morte dei genitori, e spera quasi come per incanto che avvenga il miracolo: ritornare alla vuota spoglia casa paterna, riempirla di amore e così liberarsi dal rimorso di aver fatto soffrire i suoi, riscattandone il dolore con il rinascere alla vita.
E il miracolo avviene. Angelo e Maria, insieme allo psichiatra, decidono che è finito il percorso del Gruppo Appartamento e ora possono andare a vivere insieme in una casa loro. Con l’aiuto degli operatori della Cooperativa e degli altri compagni di viaggio rivestono a nuovo la vecchia casa del paese di mare e ci vanno ad abitare. Angelo, nell’esplorazioni che ha fatto precedentemente al paese, è riuscito a trovare anche un lavoro. La casa riaperta torna a vivere una nuova storia di vita e Angelo si sente ora in pace con i propri genitori e con se stesso. La tempesta è passata e lui si è rialzato ad aprire le porte e le finestre al sole, al cielo azzurro, alla vista del mare di cui lo raggiunge una fresca brezza che penetra nelle sue narici a risvegliare vecchi cari ricordi della sua infanzia.
Ora è trascorso circa un anno. Angelo fa il muratore, Maria bada alla casa, spesso li vengono a trovare gli amici della Cooperativa e della Casa Famiglia, soprattutto in estate per i bagni al mare che è proprio lì di fronte. Ogni mese vanno in visita dallo psichiatra per la terapia e per l’aiuto e l’incoraggiamento che ricevono.
Hanno fatto amicizia con la gente del paese. Non sono più soli. Vivono con amore una vita semplice fatta di affetti, accontentandosi, felici, del poco che hanno.
Caltagirone, 2006