La morte è un sonno

La morte è un sonno
un lungo dormire
in cui vorrei entrare
inavvertitamente, senza dolore.
Il corpo senza di me
resterà in questo mondo
ancora un po’
poi si dissolverà sino a sparire.
Se avrò scritto i miei giorni
fantasticando creando altri mondi
tutto ciò resterà di me.
Io non ci sarò in nessun angolo del mondo
in nessuna parte dell’Universo
destrutturato regredito
a molecole inorganiche
pure entrerò in altri sistemi
acquisendo la loro identità, non più Io,
contribuendo al loro mantenersi e svilupparsi.

Non più ricordi gioiosi angosciosi
coloreranno i giorni.
Vorrei entrare, molecola inorganica,
in qualche roccia che amoreggia
col mare agli occhi dei poeti.
Se entrerò in altri corpi ad accrescere il loro sistema
diventerò d’essi e condividerò
i loro giorni i loro destini.
Il mio amore sarà
la forza di coesione
come la morte
la sua perdita.
L’amore inorganico freddo
buio irrazionale
tenderà a nuova vita
attraverso la coesione
di miliardi di molecole.

Roccia esente da dolore
cantata dai poeti
dalle forme che gli altri
mi daranno
giocherò amoreggerò
con le onde spumose del mare,
minerale, vegetale.