Inghiottito dal tempo

Il Presente è già Passato
Il bianco dei capelli
E la pelle rugosa
Avvicinano
Allontanano
Il futuro.
Percepisci l’uscita
Dal tempo
Per entrare nell’eterno.

Da sopra lo scoglio aspettavi la sera
Ormai vicina,
Il cupo respiro del mare opprimeva,
bastava, però, la vista del cielo
Così aperto
Infinito.
L’angoscia della solitudine ti aveva
Spinto a circondarti di amici,
Ora eri di nuovo solo.

Eri in fuga da una vita,
prima dalla tua casa
poi dalla tua terra
poi ancora dalle nuove terre ospitali.
Ora eri andato a finire in un paese
Di collina, isolato dal mondo.

Vorrei avere i fili della vita
In mano
Del passato del presente e del futuro
Tornare indietro
Cancellare le strade fatte
Con il cancellino
E riscriverne nuove
Come se nulla fosse successo!

Scappare! fuggire verso nuova gente
E nuove terre!

Qui in campagna l’aria serale è tranquilla
E serena, cantano i grilli.

Il suono del pendolo
Accompagna i tuoi passi
In ascesa sulla scala
Della vita
Ballerina,
Festosa.
Nel silenzio
Della danza veloce
Un passo falso
Ti precipitò in un burrone
Da cui stenti a rialzarti.

Caltagirone, 17/06/86