Raccolgo nella notte che agonizza

Raccolgo nella notte che agonizza
ciotoli nei vicoli suburbani
di esistenze sbagliate
che cominciano a vivere quando
l’amata regina notte sorge.

Di là via Etnea smagliante di luci
e negozi, di folla elegante
che sfoggia e consuma,
che dalle labbra dipinte
sfodera musicali vocaboli
e occhiate ammalianti dolcezze e rispetto.

Cammino alla fine della notte
e non ho più dove mettere
i ciotoli dalle labbra contorte,
dal linguaggio disarmonico
che esce a sprazzi
dalle corde elettriche di alti pali,
mummie solitarie
che hanno incapsulato la rivolta
nel silenzio del loro deserto
e sanno solo piangere
quando investite dal vento
ascoltano i gemiti di terre lontane.

La fioca luce che riscalda i vicoli
è una lunga e lamentosa lacrima,
occhio della malinconia,
che si spegne piano piano
allo spegnersi della notte.